Testimonianza

"Ragazzi! Potete venire ad aiutarmi con questo malato per cortesia?”. Per anni, tutti i giorni, ho richiamato l’attenzione dei “miei ragazzi” perché mi aiutassero con i malati. E chi sono questi Ragazzi? È tutto il Personale non-medico che lavora in una corsia ospedaliera: gli Infermieri e coloro che in passato erano definiti “ausiliari” (ora gli OSS), compreso anche chi si occupa della pulizia degli spazi (camere di degenza, corridoi). E per anni, tutti i giorni, la loro risposta è stata: “Veniamo subito dottoressa!”. Per quanto sia oggettivamente importante il ruolo del medico nella cura del malato, per me che sono medico, penso che chi abbia in cura ogni giorno, per molte ore, il malato sia proprio questo Personale. È chi raccoglie, condividendoli, i sussurri, la tristezza, le lamentele, le lacrime, la gioia dei malati. È chi si prende cura della persona malata come fosse un bambino, come fosse un proprio familiare: l’igiene personale al mattino, la barba, la cura dei capelli, la doccia, la manicure e pedicure, il cambio del pannolone, la pulizia del cavo orale, l’assistenza durante i pasti imboccando e dando da bere. 
E la mobilizzazione: è importante mobilizzare un malato anche perché restando sempre a letto il peso della malattia è avvertito maggiormente. Invece essere seduto a letto oppure in carrozzina dà la sensazione di essere più vicino alla guarigione. 
I miei Ragazzi, come certamente avviene in tutti gli ospedali, nello stesso modo silenzioso e con semplici piccoli familiari gesti, restituiscono e garantiscono al malato la propria dignità di persona che, in un momento delicato e drammatico come la malattia, può venire meno. E proprio ai miei Ragazzi ho pensato quando ero con il mio papà agonizzante nel letto: “Cosa farebbero i ragazzi in questo momento?”. E subito ho capito quel che c’era da fare al mio papà, in quel momento così importante: fare la barba, umettare bene le labbra con del miele, mantenere le braccia un po’ rialzate per evitare che si gonfiassero e sistemare bene i cuscini per garantirgli la maggiore comodità possibile. Ringrazio perciò tutto il Personale del Reparto di Geriatria dell’Ospedale di Cinisello Balsamo per avermi insegnato a prendermi cura degli ammalati, mettendo in pratica ogni giorno le parole della Beata Giovannina Franchi: “Assistere gli infermi ma con gran cuore” (scritta all’ingresso dell’Ospedale Valduce in Como).

Elisabetta Allevi


 

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